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Niccolò Mannion, il futuro dell’Italia del basket nelle sue mani

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Italia Nazionale Niccolò Mannion
Niccolò Mannion con la maglietta dell’Italia – Laura Cristaldi (BasketItaly)

L’abbiamo visto debuttare in maglia azzurra lo scorso 1º luglio nella sconfitta che la nazionale italiana aveva rimediato in quel di Groningen contro l’Olanda, ma per Niccolò Mannion, nato a Siena nel marzo del 2001, era un giorno speciale. Già, perché non capita tutti i giorni di vedere un ragazzino di soli 17 anni esordire con la nazionale maggiore in uno sport così fisico come la pallacanestro. Di solito, i giovani italiani promettenti passano per tutta la trafila dei campionati giovanili, sia mondiali che europei, con categorie come l’Under 18 e l’Under 20, o per la nazionale sperimentale. Ma Nico Mannion è di un’altra stoffa: quest’italo-americano dai capelli rossi, alto 1.90 e di 73 Kg di peso, debuttava già in una partita ufficiale FIBA con la nazionale di Meo Sacchetti non essendo neanche maggiorenne, rivelandosi oltretutto il migliore del match.

“Ero molto emozionato,” – aveva confermato il giovane fenomeno all’inviato FIBA – “mi sono divertito, è stata un’esperienza eccezionale e molto utile”.

Figlio dell’ex giocatore NBA Pace Mannion, che dopo 7 stagioni negli Stati Uniti aveva concluso la sua carriera in Italia (da ricordare le quattro stagioni a Cantù) e dell’ex pallavolista Gaia Bianchi, Nicolò è cresciuto con lo sport nel sangue. Nato a Siena, dove suo padre ultra-quarantenne stava disputando ormai le ultime partite da protagonista, poi la famiglia si era spostata negli Stati Uniti, dove il giovane Mannion era entrato nel mondo della pallacanestro giovanile americana. Dopo essere stato scartato dalla nazionale Under 16 a stelle e strisce, avendo la doppia cittadinanza, si era subito reso disponibile per vestire la maglia azzurra, bruciando tute le tappe.

Niccolò Mannion sta disputando la High School, l’equivalente delle nostre superiori oltreoceano, e proprio in un torneo con i pari età americani si era messo in luce nel 2016, con una schiacciata che aveva fatto il giro del mondo.

In America questo genere di prodezze non passano di certo inosservate, e sono già vari i College che hanno puntato gli occhi su di lui per quando entrerà nel mondo NCAA, e si parla addirittura di franchise NBA che attendono il suo ingresso nel Draft.

Il giovane azzurro ha disputato la stagione 2017-18 alla Pinnacle High School in Arizona, mettendo a referto una media di 23.4 punti, 5.8 assist e 4.7 rimbalzi a partita. È notizia recente che Mannion ha deciso di anticipare di un anno la sua uscita dalla High School, riclassificandosi per diplomarsi nel 2019 invece che nel 2020, l’estate prossima quindi. Il sistema scolastico americano, infatti, si basa sul numero e tipo di classi frequentate, e non sugli anni, quindi l’idea di “bruciare le tappe” era nell’aria.

Nicolò Mannion approderà quindi in NCAA nel 2019-20, per por presentarsi al Draft NBA forse addirittura già nel 2020. I migliori College hanno fatto pervenire le proprie offerte per poter incorporare l’azzurro tra le proprie fila, e il ragazzo potrà permettersi di scegliere. Come indicato dal portale specializzato in giovani talenti ItalHoop, sembrerebbe che Arizona potrebbe essere la destinazione favorita allo stato attuale, ma il giocatore visiterà le varie strutture personalmente una volta ridotta la lista a cinque. Tra i Campus da vedere, dovrebbero esserci anche le prestigiose Duke e Villanova.

L’obiettivo per l’ultimo anno di superiori è chiarissimo: “Quest’anno proverò a passare più in tempo in sala pesi, per cercare di mettere su qualche chilo in più ed avere un fisico più da College”.

“Il debutto positivo di Mannion è stata l’unica nota positiva dell’incontro,” – dichiarava Meo Sacchetti dopo la sfida contro l’Olanda di inizio mese – “la sua energia e la sua aggressività ci hanno dato una mano a mantenerci in partita. Bene, bravo, anche con la giusta dose di faccia tosta. Ha sbagliato qualcosa, ma ci mancherebbe, ha solo 17 anni e il futuro davanti”.

Il futuro di Niccolò Mannion tra la carriera scolastica negli Stati Uniti e la nazionale italiana sembra davvero promettente. In bocca al lupo!