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Eurobasket gruppo B: Italia, reazione e sofferenza, ma la Georgia è battuta!

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luigi datome italia 2017-08-04

Georgia-Italia 69-71 (10-27; 30-38; 47-58)

L’Italia amplifica a dismisura gli alti e i bassi dei giorni precedenti, condensando nella gara contro la Georgia tutto il meglio e il peggio del suo gioco, della sua identità, della sua anima. Finisce 69-71, San Gigi Datome stoppa il tentativo di layup di Shermadini, su errore al tiro libero volontario di Dixon (29+4 rubate, 65% dal campo con 6/6 da 2 e 5/11 da 3), che ci avrebbe consegnato al girone dantesco del supplementare. Gli uomini di Messina devono vincerla tre volte la partita per portare a casa un risultato positivo, perché oggi a qualcuno piaceva il masochismo pesante e bisognava far soffrire fino all’ultimo se stessi e i tifosi. Nel primo quarto, dopo 3’ di brutture che facevano rimpiangere Italia-Germania del giorno prima, ecco scatenarsi un benedetto uragano di triple, nostra unica arma di distruzione di massa disponibile. Mentre Cusin annulla Pachulia, Belinelli, Datome, Melli, persino Hackett, mettono a segno un 6/10 da fuori area che sembra spazzare via i georgiani. Pure in area non soffriamo, il divario sale vertiginoso fino al 10-27 della prima sirena. Nel secondo parziale, toccato subito il +19, ecco il primo stallo; prese le misure sul perimetro (1/6 da fuori nei secondi dieci minuti), i lunghi dell’ex repubblica sovietica ci schiaffeggiano che è un piacere, cavalcando la trance agonistica di Shermadini (11 punti a metà). A forza di giochi da tre punti, la Georgia piazza un 20-4 in meno di 6’. Una stoppata di Datome su Shermadini lanciato a schiacciata certa raffredda gli animi e riporta vigore tra gli azzurri, che con un piazzato di Belinelli e un paio di utili iniziative di Aradori toccano il +8 a metà gara (30-38).
È un’altra stoppata, stavolta di Cusin a un sempre irritante, inutilmente sopra le righe, Pachulia, a rimodellare l’Italia nella veste che le preferiamo, quella di squadra cecchina e cattivissima nel dare e prendere sportellate. Dal 34-38, sfruttando i magici poteri di Belinelli e un Datome dalla faccia incarognita come poche altre volte gliel’abbiamo vista – potere delle provocazioni georgiane – piazziamo un 18-7 liberatorio, per un +13 piuttosto rassicurante (41-54). C’è però un problema: Dixon. Se Shengelia boccheggia (solo 12 punti dopo aver viaggiato oltre i 20 di media negli altri incontri), Pachulia produce fumo e Shermadini scompare, il play naturalizzato segna da ogni posizione. Ed è ancora lui, quando l’Italia si issa sul +15 nel quarto periodo (49-64 a 7’31” dalla fine), sfruttando pure alcuni ottimi contropiede, a operare quasi in solitaria l’insperata rimonta. Come nel secondo quarto, l’Italia, disarmata dai 6.75, rinuncia ad altre iniziative, incaponendosi a cercare di andare sul perimetro anche quando c’è lo spazio per appoggiare al ferro. Accade l’imponderabile: l’ennesima tripla di Dixon vale il sorpasso quando entriamo nell’ultimo minuto di gioco (68-67). Hackett allora trova quel barlume di coraggio che vale l’entrata del controsorpasso, alcune buone difese sventano gli ultimi assalti e manderebbero i titoli di coda se Aradori non facesse 2/4 nei viaggi in lunetta cui lo costringono. Insomma, si vince, ma senza convincere affatto: il 4/23 da 3 dopo il primo quarto e il 7/16 ai liberi (una costante, la mano fredda a cronometro fermo) sono dati avvilenti a questo livello. Bene invece i 20 assist (a referto in questa voce tutti i giocatori scesi in campo), che i nostri giocatori si passino la palla è innegabile, se ogni tanto si ricordassero anche di puntare il canestro dalla media-corta distanza, crediamo eleverebbero di molto la pericolosità offensiva. Servirà per forza di cose essere più continui lungo tutto l’arco dei 40’ per provare a battere la sorprendente e talentuosa Finlandia, nostra avversaria designata per gli ottavi di sabato.