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Eurobasket girone B – La solita indecifrabile Turchia a caccia di se stessa (e delle Olimpiadi)

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EuroBasket 2015 - Slide

Comprendere le reali possibilità di una squadra come la Turchia è sempre un maledetto rompicapo: più di una volta i turchi, per qualità dei giocatori e ricchezza del campionato da quindici anni nel gotha della pallacanestro europea, hanno finito immancabilmente per steccare nelle grandi competizioni per nazionali, salvo i casi in cui se le sono organizzate a casa propria. Difatti, a fronte dell’argento ai Mondiali del 2010 e all’Europeo del 2001, la Turchia al di fuori dei patri confini è approdata in semifinale solo nel lontano 1949, e deve vendicare il deragliamento completo di Euro 2013, quando chiuse addirittura al diciassettesimo posto. Meglio è andata l’anno passato al Mondiale spagnolo, quando finì all’ottavo posto, eliminata nei quarti dalla Lituania. In quel caso, venne a galla come al solito una certa mancanza di chimica e fiducia fra i diversi elementi del roster, che troppo spesso in anni recenti sono sembrati andare ognuno per la propria strada, mostrando pochissima attenzione al bene collettivo. La vigilia degli Europei è stata condizionata dalle dichiarazioni di fuoco del presidente del Fenerbahce, Aziz Yildirim, nei confronti di coach Ataman; il potentissimo numero uno del più ricco club turco ha minacciato di non concedere in futuro giocatori alla Nazionale se Ataman dovesse rimanere in panchina. Lo scontro si colloca nei difficili (eufemismo) rapporti fra il Galatasaray, dove Ataman allena durante la stagione regolare, e il Fenerbahce stesso: probabile che a fine competizione il posto di ct resti vacante e il blasonato Ermin torni a fornire i suoi servigi solamente al club di appartenenza.

Cammino verso Eurobasket – Bilancio di 5 vinte e 3 perse per i turchi nelle amichevoli, dove gli uomini di Ataman, fedeli alla loro identità lunatica, hanno alterato ottime prestazioni e gare oltremodo contraddittorie. Più luci che ombre, in verità, alla luce anche del percorso molto duro scelto per la fase di avvicinamento, al contrario di altre nazionali, come quella italiana. Tolte Tunisia e Paesi Bassi (con la quale la Turchia ha peraltro penato assai, avendo la meglio ai supplementari per 95-94), le avversarie sono state Grecia (due volte, vinta la prima, persa la seconda), Croazia (sconfitta per 74-66), due volte la Lituania, con un bilancio di una sconfitta nel primo confronto e una sonora vittoria per 71-53 nella seconda sfida, e la Macedonia, battuta agevolmente 85-68. Grandi fiammate, pause incomprensibili, un po’ di svagatezza mitigata da momenti di grande basket, sia dal lato tecnico che agonistico, è quanto la Turchia ha offerto in fase di preparazione. Non irreprensibile, insomma, ma guardando agli indizi lasciati per strada la squadra appare in discreta forma, pur con una situazione ambientale burrascosa e con qualche buco di troppo in organico.

Il roster – Cominciamo dall’assenza più pesante, quella di Ömer Asik: il centro dei New Orleans Pelicans ha dato forfait a fine luglio per problemi alla schiena. Altra defezione importante è quella di Enes Kanter, reduce da un’ottima stagione NBA con gli Oklahoma City Thunders: fatale per il centro ventitreenne la mancata risposta alle telefonate di Ataman quando questi avrebbe provato a chiamarlo prima di diramare le convocazioni. La storia sarebbe più complicata, e si sospetta ci siano implicazioni politiche per questa mancata chiamata. Comunque sia andata, il reparto lunghi in questo modo è decisamente depotenziato. Parlando di chi c’è, la novità più importante è rappresentata da Bobby Dixon, play americano classe ’83 appena naturalizzato (ha assunto il nome di Ali Muhammed in onore del pugile Muhammad Alì), tra i protagonisti dell’incredibile cavalcata dei neocampioni di Turchia del Pınar Karşıyaka. Nonostante i molti buchi rispetto al recente passato, il reparto lunghi, forte dell’esperto Eder e dell’unico altro giocatore NBA convocato oltre a Ilyasova, l’ala grande dei Philadelphia 76ers Furkan Aldemir, è quello che più può preoccupare l’Italia. Più povero il reparto degli esterni, con l’ulteriore complicazione per Ataman di avere un solo play, il giovanissimo Kartal Özmizrak, ’95 all’esordio in una grande competizione, in alternativa a Dixon. Curiosità: la Turchia non ha ancora diramato la lista definitiva dei 12 che parteciperanno a Eurobasket, a Berlino voleranno in 13 e solo all’ultimo momento verrà effettuato l’ultimo taglio.

Bobby Dixon                        playmaker

Kartal Ozmizrak                   playmaker

Sinan Guler                         guardia

Melih Mahmutoglu                guardia

Cedi Osman                        ala piccola

Furkan Korkmaz                  guardia/ala piccola

Birkan Batuk                       ala piccola

Goksenin Koksal                  guardia

Baris Hersek                       ala grande

Ersan Ilyasova                    ala grande

Furkan Aldemir                    ala grande/centro

Semih Erden                        centro

Oguz Savas                         centro

La stella – Visto il depauperamento degli uomini più blasonati, verrebbe da dire che Ilyasova è un uomo solo al comando: l’ex ala dei Milwaukee Bucks, passato in estate ai Detroit Pistons, è di gran lunga il giocatore più talentuoso dell’intero roster. Fisico (2.07 per 107 kg), esperienza (28 anni) e ottima mano da fuori (38.9% nell’ultima stagione NBA) ne fanno il pericolo pubblico numero 1 per Pianigiani e i suoi ragazzi. Limitando lui, le possibilità di successo della nostra Nazionale lieviterebbero considerevolmente.

Obiettivo – Non è la Turchia migliore possibile, ma forse l’avere meno pressione del solito e il ringiovanimento della rosa potrebbero portare a una maggiore serenità nei momenti chiave. Approdare ai quarti di finale e conquistarsi un posto in uno dei tornei preolimpici dell’estate prossima è forse quanto di meglio possa aspirare ad oggi la squadra di Ataman. Per conto nostro, si capirà già molto, come per gli Azzurri del resto, dal confronto con la nostra nazionale di sabato 5. Per la sua durezza, il modo di difendere molto al limite, la Turchia resta una mina vagante sulla strada di chiunque.

Il calendario:

Sabato 5 vs Italia 21:00
Domenica 6 vs Spagna 21:00
Martedì 8 vs Germania 17:45
Mercoledì 9 vs Serbia 14:30
Giovedì 10 vs Islanda 21:00

© Foto FIBA Europe/Ciamillo&Castoria