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Italian coach of the year: Basketitaly.it lo assegna a Pino Sacripanti

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Nella lizza al traguardo di allenatore dell’anno figura in calce il nome di Pino Sacripanti, e non ce ne vogliano  i vari Frank Vitucci e Meo Sacchetti, autori di fantastici campionati alla guida delle battistrada a sorpresa della nostra A Varese e Sassari, ma se la giuria dei votanti fosse composta dai membri di Basketitaly.it il premio lo assegneremmo senza indugi al coach brianzolo. Quello fatto in questa stagione dalla squadra casertana con alla guida il coach ex Cantù e Pesaro ha semplicemente dell’incredibile, soprattutto per quello che si sta assistendo nelle ultime settimane.

Alla fine sembrerebbe ripetitivo raccontare la solita storia dei tagli avvenuti a cavallo tra Ottobre e Novembre degli americani Wise e Chatfield con la squadra ritenuta spacciata nella lotta per la salvezza, ma noi vorremmo soffermare la nostra attenzione sull’ultimo fazzoletto di stagione. Nelle ultime settimane, infatti, la Juve ha vinto cinque delle ultime sei gare disputate, in un quadro generale che vedeva la squadra già abbondantemente prossima all’obiettivo stagionale di una complicata salvezza, tale quadro complicato da numerosi fattori esterni. In primis la scioccante questione del famigerato Galimberti, l’uomo arrivato in Terra di Lavoro come azionista di maggioranza per risollevare le sorti economiche del club e poi dissoltosi in un cocente bluff, ribattezzato in quel di Caserta con il titolo cinematografico “Il Fuggitivo”, che avrebbe potuto mandare in depressione oltre la società, anche lo staff tecnico ed i giocatori, che però hanno reagito alla notizia con la vittoria di Cantù nel giorno di Pasquetta, ma l’ulteriore capolavoro casertano è arrivato nel dopo blitz in terra comasca. Nella settimana, infatti, successiva al successo brianzolo il gruppo bianconero ha dovuto assorbire l’ennesimo colpo basso di questa stagione con l’addio-fuga del nigeriano Akindele (numeri alla mano il miglior giocatore del roster bianconero nella stagione), il quale non si è nemmeno degnato di un saluto ai compagni con i quali aveva condiviso fino a qualche ora prima le gioie e le sofferenze sul campo e fuori. Reazione del gruppo bianconero? Doppia vittoria in casa con Brindisi ed in trasferta nel bunker Taliercio a Venezia,  e giochi play-off riaperti proprio  con la formazione lagunare. Le imprese epiche di questo gruppo portano innanzitutto la firma di Pino Sacripanti, che oltre a caricare la propria squadra dal punto di vista psicologico, si sta dimostrando allenatore con la A maiuscola per il modo nel quale riesce a preparare tatticamente le partite. Tattica, che consente ai bianconeri di mascherare e di nascondere i propri punti deboli e le proprie lacune di organico, ed allo stesso tempo di mandare in corto circuito formazioni avversarie dal roster più lungo, e di maggiore talento ed impatto fisico come quello veneziano Domenica scorsa. Poi vogliamo parlare del lavoro svolto dal buon Pino sui propri giocatori a livello di prestazioni singole?. Di Akindele si è detto e scritto al momento del suo addio a Caserta che guarda caso solo con Sacripanti riesca a dare il meglio di se (precedente nella stagiona 2007/08 a Pesaro), ma il coach ha avuto il merito di rigenerare i veterani Mordente e Michelori, e di tirare fuori cose mai viste precedentemente in carriera dai giovani Jelovac e Gentile. Il serbo Jelovac, dopo le prime prestazioni al PalaMaggiò, era ritenuto dai tifosi bianconeri non in grado di poter calcare i parquet del massimo campionato, ora numeri alla mano è diventato una dei migliori 4 del campionato, mentre un capitolo a parte merita la storia di Stefano Gentile. Portare quel nome sulla canotta della JuveCaserta sarebbe un macigno per qualsiasi uomo, atleta, giocatore, con quella maglia numero 5 appesa al soffitto del PalaMaggiò a ricordare sempre se per un attimo  Stefano lo dimenticasse cosa è stato papà Nando per i suoi concittadini, ma Gentile jr non solo  ha indossato con grande dignità la maglia della Juve, ma per certe sue prestazioni di carattere e coraggio, e per alcuni suoi lampi tecnici e di talento ha diverse volte ricordato al popolo bianconero cotanto padre. Nel boom di Stefano vi è la mano sempre del coach, che ha reso un play, che finora in carriera non aveva mai giocato da titolare nelle sue passate esperienze in carriera tra LegaDue e A, in un regista nel giro della nazionale italiana di Pianigiani. Sicuramente si saranno tralasciati, e non saranno stati elencati altri meriti del tecnico Sacripanti, ma crediamo che ciò che è stato raccontato sopra sia più che sufficiente per assegnare il meritato premio di allenatore dell’anno al buon Pino.

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