fbpx
Home Editoriali Il grande pubblico non è più di Serie A: Treviso, Siena e Fortitudo vogliono tornare protagoniste e frantumano record di presenze

Il grande pubblico non è più di Serie A: Treviso, Siena e Fortitudo vogliono tornare protagoniste e frantumano record di presenze

0

siena, tifosiLa grande bellezza del basket e dello sport in generale è l’instancabile fede e passione del tifo, che spesso non conosce categorie, divisioni, palcoscenici: a contare è soltanto la maglia e l’emozione che è capace di trasmettere, che va difesa e sostenuta ovunque, e comunque. Il nostro basket, ormai falcidiato da crisi economiche, riduzioni di budget e messe in liquidazione non ha perso però ancora il suo genuino entusiasmo e la sua immensa sacralità, a differenza per esempio di un

mondo del calcio nevrotico, impaziente e aristocratizzato e anestetizzato nei gusti dalle pay-tv. Ed ecco allora che tre grandi deluse e nobili decadute come Siena, Treviso e Fortitudo tornano alla ribalta nell’ultimo week-end con numeri di pubblico da capogiro fra abbonati e spettatori paganti per i loro match, facendo impallidire una Serie A ora alla disperata ricerca di seguito e consensi, ma prima forse troppo severa nel ghigliottinare certe piazze storiche che per anni hanno dato da mangiare al movimento.

La crisi di pubblico di Roma e i vuoti sugli spalti della Supercoppa fanno da inquietante contraltare a tribune e curve festanti in campi di gioco minori per prestigio: Siena tocca i 2000 abbonati e sposta quasi 500 persone di media in trasferta mandando in tilt la DNB, la Fortitudo da due anni stacca quasi 3000 tessere col Paladozza tornato all’antico splendore e infine la nuova Treviso fa 4000 spettatori (!) al debutto in silver contro R.Calabria. Tre storie diverse e ugualmente dolorose di società gloriose sparite a causa della cialtroneria e le nefandezze di pochi e poi lentamente risorte, accompagnate da un dato statistico che fa riflettere: nelle ultime 10 stagione, 9 scudetti sono stati loro appannaggio. Sembrano passati secoli, e invece l’ultimo scudetto di Siena è datato 2013 e a giugno l’ennesima vittoria è sfumata in gara 7 contro Milano, ma il grande basket sembra essere momentaneamente dimenticato di loro. Ma non il grande pubblico, che abituato ai campioni, agli scudetti e ai trionfi, non si è dimenticato di un basket che ha regalato loro tante belle emozioni. La voglia di riviverle è troppo grande, anche se il percorso di risalita dovrà forzatamente passare dalle tappe di un basket di provincia non più nobile come un tempo.

A Siena non sembra cambiato nulla: in realtà è tutto diverso, dall’allenatore, ai giocatori, alla categoria, ma il seguito di pubblico e il desiderio di riscatto ha fatto mantenere intatto quel sentimento di appartenenza che è stata per anni la forza dei toscani e anche ora accompagna una squadra decisa a vincere da subito; nonostante la rabbia non ancora sbollita per un crack dai lunghi strascichi penali non del tutto accertati, la gente di Siena non ha abbandonato ma anzi ha raddoppiato l’impegno, come dimostra il grande successo della campagna abbonamenti, con numeri da prima serie e record per la DNB. Idem con patatine per la Fortitudo Bologna, che dopo la radiazione del 2012 ha subito diverse battute a vuoto e incomprensioni di progetto nel tentativo di ripartire, ma ha ritrovato l’anno scorso l’entusiasmo dei tifosi (3015 abbonati, più di 4000 spettatori di media) e lo ha ritrovato pure quest’anno nonostante la delusione finale dell’anno scorso ai playoff e la contestazione. Troppo forte l’amore per la vecchia F, troppo forte la voglia di rivederla al vertice del basket italiano. Si può sopportare questo e altro

Infine Treviso, che dopo due anni fra promozione e serie b si è unita a Torrevento (maglia biancoblu e denominazione in “Universo Treviso Basket“) e lo sponsor non è più Benetton, ma De Longhi. Ma poco importa perchè dopo il clamoroso fallimento della Pallacanestro Treviso di due anni fa la fiducia nella bandiera Pittis al timone della società è tanta e ora c’è un campionato di Silver dove poter tornare protagonisti per inseguire il sogno del ritorno in A, come dimostrano i 4000 dell’esordio. Ed è proprio nella massima serie che aspettiamo di rivedere molto presto queste tre grandi deluse del nostro basket, che per anni hanno scandito gioie e dolori della storia recente della pallacanestro italiana, insieme ai loro palazzetti, i cui numeri, il cui tifo e colori mancano maledettamente a una Serie A tanto bisognosa di grande pubblico e di grande basket, spariti entrambi troppo prematuramente

 

BasketItaly.it – Riproduzione Riservata