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Draft Prospects: D’Angelo Russell, il miglior attaccante del draft?

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Terzo appuntamento con l’ultima novità di casa BasketItaly.it, la rubrica Draft Prospects, che vi introdurrà ai segreti dei protagonisti del prossimo draft: dopo Willie Cauley-Stein e Kelly Oubre Jr. occhi puntati sulla guardia di Ohio State D’Angelo Russell.

CHI E’. D’Angelo è orginario di Louisville, Kentucky, dove nasce il 23 febbraio 1996 e dove la sua famiglia vive tuttora. La pallacanestro, in una zona divisa dall’eterno derby tra Kentucky Wildcats, con sede a Lexington e Luoisville Cardinals, si repira nell’aria e Russell si fa ben presto contagiare: il palcoscenico sul quale inizia la sua crescita è quello della storica Central High School di Louisville, una vera e propria istituzione cittadina, frequentata da molti personaggi divenuti poi illustri, tra i quali spicca Muhammad Alì

Trascorsi i primi anni del suo percorso scolastico le sue doti cestistiche, specialmente quelle realizzative, sono ben visibili, al contrario tuttavia della squadra di Central High, piuttosto dispersa nei radar degli osservatori: la poca attenzione da parte di media, scout e reclutatori rischia di penalizzare la carriera di Russell, ma a venire in soccorso all’allora numero 3 è la chiamata di Montverde Academy, prestigiosa high school della Florida e fiore all’occhiello a livello nazionale del sistema di recruiting liceale.

Nonostante il concreto rischio di esere adombrato dall’ingombrante presenza di altri prospetti di primo piano, come Dakari Johnson e Kasey Hill, ma soprattutto Ben Simmons (numero uno nella recruiting class 2015), il rendimento di D’Angelo in Florida è di ottimo livello e la sua crescita giustifica ampiamente la scelta di coach Kevin Boyle di puntare su di lui: il futuro Buckeye passa dai 12.2 punti, 4.4 rimbalzi e 3.4 assist da junior ai 19.3, 3.6 e 4.7 da senior, trascinando Montverde ad un record di 28 a 0 ed attirando le attenzioni di tutti i maggiori atenei, grazie anche alla partecipazione al McDonald’s All-Americans di Chicago nell’aprile 2014.

Come detto, a spuntarla è Ohio State, dove Russell diventa fin da subito leader della squadra, piazzando all’esordio una prestazione da 16 punti, 6 assist, 5 rimbalzi e 3 recuperi. Le sue prestazioni e la sua importanza all’interno della squadra di coach Thad Matta vanno in crescendo lungo tutto l’arco della stagione; il numero 0 ha la possibilità di avere molto la palla in mano all’interno di un sistema offensivo che non prevede altre stelle ed i Buckeyes giocano senza porsi obiettivi, ma con l’etichetta di possibile mina vagante della March Madness: conseguenza immediata sono gli oltre 19 punti a partita con il 46% dal campo, a cui vanno aggiunti 5 assist e quasi 6 rimbalzi in 34 minuti scarsi di media sul parquet, che permettono a D’Angelo di piazzarsi in cima alle liste di tutti gli scout NBA e di ricevere apprezzamenti al suo gioco niente meno che da Phil Jackson.

 

PROFILO TECNICO. La dote che immediatamente bazla al’occhio vedendo giocare il mancino nativo di Louisville è la sua capacità di segnare: Russell, ad oggi una combo-guard, è infatti il miglior realizzatore puro tra gli esterni che si presenteranno al draft, caratteristica che ovviamente ne fà schizzare le quotazioni verso l’alto. Buona parte dei suoi punti arriva dal palleggio-arresto e tiro, suo marchio di fabbrica, sebbene la capacità di inventare dal palleggio che lo contraddistingue ampi notevolmente il suo bagaglio di conclusioni. Il tiro parte da molto in alto e, nonostante un rilascio particolare e non velocissimo, appare affidabile anche da oltre l’arco, pur essendo da verificare l’adattamento alla distanza NBA. Notevole, quanto inaspettata viste le doti da attaccante, è anche la sua capacità di creare per i compagni, supportata da buonissima visione di gioco e ottime doti di lettura anche sotto pressione, che lasciano aperte le possibilità di trasformazione in una point guard pura.

Ad incantare gli addetti ai lavori, abbinata ad un ampio potenziale, è anche la personalità del ragazzo: questi mostra infatti maturità, sicurezza nei suoi mezzi degna di un veterano e capacità di lettura della partita, oltre a grande grinta in campo, che ne ha fatto il leader di Ohio State e l’idolo dei tifosi.

I punti deboli di Russell riguardano principalmente l’altra metà campo, quella difensiva: nonostante le braccia lunghe, che gli permettono di essere aggressivo sulle linee di passaggio e di sporcare i tiri, manca di attitudine ed applicazione. Inoltre non brilla per atletismo, cosa che lo penalizza in difesa e nella capacità di finire in transizione, dove si nota la mancanza di esplosività nelle gambe; infine dimostra, contrariamente alla capacità di attaccare dal palleggio, lacune nel gioco senza palla, dove tende a perdersi ed estraniarsi dall’azione, aspetto che potrebbe rappresentare un limite, data l’incertezza sulla sua trasformazione in un playmaker.

 

MOCKDRAFT BASKETITALY.IT. I paragoni NBA si sono sprecati per D’Angelo, scomodando anche nomi di primo piano come Brandon Roy, Manu Ginobili o, soprattuto, James Harden. Data la difficoltà e l’inesattezza delle previsioni sulla crescita di un giocatore, ci limitiamo a constatare che, complice l’incertezza sulle reali possibilità di Mudiay e la mancanza di altri profili di spicco tra gli esterni eleggibili, molto probabilmente la squdra che chiamerà il suo nome sarà una delle prime a scegliere: Russell potrebbe addirittura giocarsi con Towns e Mudiay le scelte immediatamente successive alla numero 1, dalla quale sembra inamovibile Okafor.

Data la tendenza ad accentrare il gioco nelle sue mani, sarebbe sconsigliato affiancarlo ad altri realizzatori puri e, per questo, potrebbe rendere al meglio in una squadra dotata più di buoni tiratori sugli scarichi piuttosto che di superstar offensive.

 

Nel prossimo nuemro Draft Prospects andrà ad analizzare Emmanuel Mudiay, l’uomo intorno al quale ruotano le maggiori curiosità del prossimo draft.