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Do you remember? – Frederic Forte: l’uomo che seppe risorgere dalle ceneri e…tornare a vincere

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Vincere sul campo è l’imperativo di ogni fenomeno della palla a spicchi. Vincere anche fuori dal campo, battendo avversari subdoli e meschini appertiene invece solo ai grandi uomini. E’ il caso di Frederic Forte, play francese classe ’70, visto in Italia con le canotte di Avellino e Scafati a metà degli anni 2000.

Forte (nella foto in alto da vebidoo.com) inizia la sua carriera in patria tra le fila del Caen, squadra della sua città (dall”86 all’ ’88), ma è con Limoges che vive i suoi anni migliori e riesce a togliersi le maggiori soddisfazioni: in ben nove anni dal 1988 al 1997, inframezzati da un biennio con Gravelines, conquista due scudetti (1993, 1994), due coppe di Francia (1994 e 1995) ma soprattutto una fantastica Coppa dei Campioni (1993) battendo nientemeno che Treviso. Dopo aver eliminato in semifinale il Real Madrid, i francesi infatti ebbero, per certi versi a sorpresa, la meglio nella finale di Atene dell’allora Benetton allenata da Petar Skansi e tra le cui fila militavano i vari Kukoc, Iacopini e Rusconi. Dopo una parentesi a Parigi, Forte vola in Grecia per approdare all’Iraklis ma dopo appena un anno è nuovamente in Francia per vestire la maglia dello Strasburgo. Quì resterà quattro stagioni (dal 1999 al 2003), dopodichè a 33 anni decide di ritentare la carta estera. Ed è in quest’occasione che i destini dell’Italia e di Forte si intrecciano.

Avellino è reduce dalla terza salvezza consecutiva in massima serie ma come ogni anno bisogna fare i conti con un budget ridotto all’osso. Spetta al macedone Zare Markovski, coach e gm della Scandone 2003/04, ingegnarsi per costruire un roster comunque competitivo. Arriveranno in Irpinia giocatori sconosciuti ai più ma che in futuro avranno una carriera più o meno discreta in Europa e in Italia (Nate Green, Harold Jamison, Damien Ryan) e atleti con una certa esperienza alle spalle che possano dare qualche certezza. In questo senso, oltre alla conferma di Larry Middleton, il colpo di mercato è Arjian Komacec, ex Virtus Bologna, Varese, Pana ed Olympiakos, classe ’70, che proprio in biancoverde chiuderà la sua meravigliosa carriera. In regia invece occorre affiancare al baby Maurizio Ferrara, promosso dalle giovanili, un giocatore esperto, che sappia guidare la squadra nei momenti caldi del match. Markovski vede in Forte l’uomo giusto e il campo dimostra la bontà della scelta. Da un punto di vista realizzativo non eccelle (4.9 punti), ma i 5.2 assist di media in soli 23′ fanno di lui uno dei registi migliori del campionato, quei registi a volte rimpianti nel basket moderno. Avellino concluderà la stagione con una relativamente tranquilla salvezza e le gesta di Forte non passano inosservate.

In Legadue infatti, nella non lontanissima Scafati, si punta in alto. Non a caso a sedere sulla panchina dei salernitani, è Franco Gramenzi, ancora oggi re delle promozioni ed allora protagonista della favola Teramo, portata dalle minors fino alla A. Forte (nella foto a lato da info-mag-annonce.com) rapprenta l’uomo giusto in regia. L’avventura con l’allora Eurorida però dura poco. Siamo alla vigilia della terza giornata di campionato ed in Campania si aspetta l’arrivo della Virtus Bologna, nobile decaduta alla ricerca del ritorno in massima serie. I medici della società diagnosticano a Forte un tremendo male. E’ un tumore ai testicoli a mettere a rischio la vita del play francese che però prima di ritirarsi ci tiene a giocare la sua ultima partita. “Se non giocherò più voglio ricordarmi di avere fatto la mia ultima partita contro la Virtus Bologna”, affermò Forte, che scese in campo nonostante il parere contrario dei medici, preoccupati per eventuali contatti di gioco che avrebbero potuto peggiorare le sue condizioni. A pochi interessa della sconfitta contro la Virtus. Forte parte per la Francia dove viene operato ai primi di Novembre del 2004 e affronta il lungo percorso che lo porterà alla guarigione.

Non a caso dopo solo due anni dall’addio al parquet e dopo mesi di chemioterapia, Forte non può fare a meno del basket e si siede nel 2006 sulla panchina di quel Limoges portato sul tetto d’Europa e di cui nel frattempo era diventato anche presidente. E proprio con questo ruolo che Forte, da gran regista qual era e quale dimostra di essere, riesce a riportare il Limoges ai fasti di un tempo. Nel 2014 infatti arriva il decimo titolo francese e il ritorno in Eurolega dopo 21 anni. Il resto è storia dei giorni nostri. Ai transalpini non è riuscita l’impresa di passare alle Top16 in un girone con Cska e i campioni in carica del Maccabi ma la “retrocessione” in Eurocup ha regalato a Forte l’opportunità di ritrovare l’Italia affrontando Cantù nel girone di Last32. In ogni caso la rinascita del club francese è ricominciata dopo il fallimento del 2004, ed è ricominciata, strano scherzo del destino, lo stesso anno in cui anche il buon Frederic fu costretto a fermarsi per un brutto male. Ma Forte ha dimostrato che dalle ceneri si può risorgere e i tifosi di Limoges, che sperano di rivivere i successi di un tempo, non potevano trovare condottiero migliore. La sua storia lo insegna.

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