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Trinchieri: “Noi outsider come Atletico e Dortmund nel calcio. Favorite Cska e Fenerbache ma Milano vale i primi 5 posti”

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Intervista del coach del Bamberg Andrea Trinchieri nell’edizione odierna della Stampa

Istanbul contro il Fenerbahce di Gigi Datome.
«Affrontiamo una squadra che, in casa, ha perso una volta in due anni, quindi siamo sereni. Noi non dobbiamo dimenticarci che, tra le 16 elette, Bamberg è l’unica a non aver mai disputato la Final Four né ad aver vinto una Coppa europea. E siamo uno dei pochi club non “invitati”, perché siamo qui grazie al titolo tedesco. Se dovessi fare un paragone con la Champions, mi sentirei alla stregua del Dortmund e dell’Atletico Madrid».
Le due nemiche della vicina Monaco…
«Ma io sono milanista e apprezzo Carlo Ancelotti: lo ascolto spesso, osservo il suo linguaggio del corpo. Anzi, mi riconosco nel modo di allenare di Ancelotti, pragmatico e con l’uomo sempre al centro».
Chi vincerà l’Eurolega?
«Cska Mosca e Fenerbahce, le finaliste 2016, sono le candidate naturali. Però il Real Madrid ha 15 giocatori spaventosi e Olympiacos, Barcellona e Maccabi vanno rispettate».
E Milano?
«Per organico, vale i primi cinque posti, accanto all’Olympiacos e davanti al Barca. E poi l’Italia ha quella tradizione che manca al basket tedesco».
Ma a differenza della Bundesliga, la serie A ha perso fascino.
«Penso ai casi di Reggio Emilia e Trento, che hanno dovuto rinunciare all’Eurocup dopo la guerra Fiba-Eurolega. Se sei fuori dalle Coppe, il tuo mercato è molto più ristretto. E non parliamo degli impianti: a Bamberg, dopo i match mangiamo al palasport, nel ristorante da 500 posti e in mezzo ai tifosi. Se il biglietto comprende la gara, un’arena confortevole e il ristorante, si attirano le famiglie».
Come giudica la mancata qualificazione dell’Italia per Rio?
«È un fatto da analizzare senza rimuginarci sopra: l’Italia non ha prodotto la miglior partita nel giorno più importante e in questi tornei è sempre meglio partire a fari spenti. Ma ora c’è Euro 2017, che l’Italia affronterà con Messina, il miglior coach possibile».
Dopo l’esperienza con la Grecia, sogna un altro ruolo da Ct?
«Non avrei problemi, ma non è un argomento d’attualità».
Come mai lei è l’unico italiano ad allenare in Eurolega?
«Io sono andato all’estero per scelta, per vivere una nuova esperienza. E invece di solito l’italiano lascia casa soltanto per necessità: allora è più difficile. Ma ci sarà tanta Italia protagonista all’estero: Datome, Hackett e Melli vivranno un’altra annata ricca di miglioramenti. E il talento di Bargnani è unico. Di fronte a me, invece, c’è una maratona, voglio scoprire che effetto farà».