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EL: Olimpia, ecco gli errori da non ripetere

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daniel hackett, milano

L’EA7 Emporio Armani Milano non ha fatto in tempo a metabolizzare la sconfitta di mercoledì che subito viene richiamata in campo per Gara2 contro il Maccabi. Il fantasma dello scorso match continuerà ad aleggiare al Forum, ma come per le altre sconfitte ci auguriamo che venga utilizzato per dare nuova energia ai ragazzi di Banchi.

Il piano partita per stasera non dovrebbe essere tanto differente da quello di mercoledì, visto che, come dice l’allenatore grossetano, c’è solo il tempo per qualche piccolo aggiustamento tra una partita e l’altra. Tra l’altro stiamo comunque parlando di una squadra che a 33” dalla fine era a +7, con una partita per certi versi dominata. Il problema principale è stato la testa, con i giocatori che non sono ancora abituati a questo genere di sfide: a dimostrazione di ciò una gara fin lì perfetta dalla lunetta è terminata con 6 errori fatali, tutti accumulati tra supplementari e ultimi due minuti di gioco. In questa stagione l’Olimpia ha sempre perso la prima partita di tutte le competizioni a cui ha partecipato (campionato, Coppa Italia, Regular Season, Top16 e Playoff di Eurolega) a dimostrazione di una solidità mentale che ancora manca, sopratutto al primo impatto. Su questo c’è poco da fare, se non sperare che la squadra trovi le energie dentro di sé per reagire. Anche se più che dopo il problema principale rimane sul parquet, quando i giocatori non sanno come comportarsi di fronte le rimonte avversarie, quando il peso di 18 anni di sconfitte incomincia a farsi insostenibile. Oltretutto, il pubblico, che con il Forum pieno potrebbe esseretyrese rice, ricky hickman, maccabi tel-aviv la marcia in più, non sempre aiuta, tra chi va via prima e chi smette di tifare sopraffatto dalle paure di un’ennesima beffa. E conseguenza di questa fragilità mentale sono stati gli ultimi minuti, con l’Olimpia che ha smesso completamente di attaccare, muovendo la palla per linee perimetrali e accontentandosi di una tripla fuori ritmo. Questo è uno dei mali della stagione milanese, che più di una volta ha subito rimonte nei finali per questa mancanza di gioco. Oltre gli aspetti mentali ce ne sono anche un paio più inerenti al gioco, che probabilmente rientrano negli aggiustamenti di cui parlavamo prima. Prima di tutto un problema di minutaggi, con quelli di Langford e Lawal che non hanno pienamente convinto. La guardia americana era sì a posto fisicamente, ma non ha dato l’impressione di essere ancora al massimo della forma e sopratutto nel supplementare aveva finito la benzina. Sicuramente il numero 23 è diventato ancora più imprescindibile dopo l’infortunio di Gentile e deve ancora ritrovare confidenza con il campo, ma forse lasciarlo così tanto in campo negli ultimi minuti non ha aiutato né lui né la squadra. E qui forse il primo errore di Banchi visto che la scelta di andare con 4 piccoli (e in alcune situazioni difensive anche 5) non ha pagato, ma anzi ha lasciato sguarnito il pitturato, che improvvisamente è stato lasciato libero per le scorribande dei play israeliani. In questo senso la lunga panchina di Lawal ha lasciato a posteriori diversi dubbi. Il centro nigeriano con le sue stoppate ha fatto cambiare più di qualche traiettoria agli esterni del Maccabi, che negli ultimi minuti non hanno avuto questo problema, andando a trovare spesso e volentieri il 2+1. La fiducia che Banchi ripone nel centro nigeriano è limitata, sopratutto in considerazione del QI cestistico di quest’ultimo, ma su questo palcoscenico anche l’allenatore è chiamato a fare il salto di qualità e a rivedere le proprie convinzioni. 

L’Olimpia ha avuto il suo battesimo di fuoco, ma è rimasta scottata. Stasera alle 20.45 vedremo se può ancora combattere o se dovrà alzare bandiera bianca.