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Upea: cuore infinito, ma purtroppo non basta. Vince Brescia 85-83

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Difficile immaginare un avvio migliore, sul piano del basket giocato, per l’Upea Orlandina Basket; difficile, allo stesso tempo, immaginare un inizio così sfortunato per la prima di campionato: priva di Basile (a causa degli stessi problemi fisici che gli hanno fatto saltare il precampionato), di Nicevic (per problemi legati al tesseramento) e con l’assenza di un ruolo fondamentale, il playmaker Usa, per il quale bisognerà aspettare qualche giorno prima di conoscere il nome e, successivamente, ottenere il visto, l’Orlandina Basket si presenta al PalaSanFilippo di Brescia con tanta carica ma senza i favori del pronostico, considerata anche, oltre le assenze sopracitate, la bontà dell’organico di coach Martelossi, lo scorso anno finalista nei playoff della vecchia Legadue. La Lega nuova invece, la Gold, si preannuncia scoppiettante, e lo spettacolo offerto da Brescia e Orlandina è stato un ottimo spot per tutto il campionato italiano in generale.

Con Laquintana, promettente play classe ’95, forzatamente in quintetto insieme a Portannese, Soragna, Archie e Benevelli, l’Upea scende in campo in versione atipica, con pochi centimetri, parecchio talento e tanta voglia di fare. Brescia invece decide di far partire dalla panchina Giddens, ala statunitense riconfermata dopo la passata stagione, a cui Martelossi preferisce inizialmente Tamar Slay, unico ex della gara, compagno di squadra nell’ultimo anno del Poz-giocatore in quella splendida annata a Capo d’Orlando. Brescia è un mix di solidità ed esperienza, Di Bella e Fultz come esterni possono giocare insieme, scambiarsi di ruolo e rendere la Centrale del Latte più versatile, con la possibilità per Martelossi di inserire Bushati e Procacci dalla panca, o di far rifiatare Rinaldi per mettere in campo Cuccarolo, che con i suoi 220cm oggi ha messo in difficoltà l’Upea soprattutto nel primo quarto.

Il primo tempo vede una squadra, quella di casa, giocare un filino meglio dell’altra, anche se coach Pozzecco sa bene quando provare ad interrompere la striscia positiva degli avversari, chiamando un timeout, facendo qualche cambio e provando a contenere i lunghi di Brescia, oggi ancor più pericolosi data l’assenza di Nicevic: dopo 20 minuti è +8 per i padroni di casa.

Dopo il ritorno dagli spogliatoi sembra cambiare qualcosa, anche se il lieve infortunio di Archie e la testata subita da Laquintana si vanno a sommare alla lista delle sfortune dell’Upea per questa partita. Costretto a giocare con Portannese in veste di playmaker, l’under Ciribeni, Teo Soragna, Cefarelli e con Benevelli da 5, Pozzecco prova a dimostrarsi più forte di ogni avversità, caricando i giocatori ad ogni canestro e non smettendo mai di incoraggiarli dopo gli errori. In questo frangente della partita, sono Benevelli e Portannese ad essere fondamentali per non far scappare Brescia; anzi, per la troppa leggerezza della Centrale del Latte, l’Upea riesce pian piano a rosicchiare punti, canestro dopo canestro, fino a ritrovarsi sotto soltanto di una lunghezza al termine della terza frazione di gioco. Né il nervosismo di Giddens, né i centimetri di Rinaldi e Cuccarolo sembrano fermare la rimonta di Capo d’Orlando, soltanto Tamar Slay (23 punti) toglie più di una volta le castagne dal fuoco con quegli arresti e tiro dalla media che tanto hanno fatto sognare i tifosi paladini. Rientrati sia Laquintana che Archie (29 punti alla fine), gli attacchi dell’Upea passano proprio dalle mani di quest’ultimo, incontenibile sia per Giddens che per lo stesso Slay, che pero’ dall’altro lato del campo continua a segnare da distanze considerevoli, fino a segnare il canestro del +6, che aveva le sembianze di una bomba spezza-gambe.

Niente da fare: dopo il timeout l’Upea non perde la testa, torna di nuovo sotto grazie a Soragna, Archie e Laquintana, pecca un po’ ai liberi ma è sempre lì.

Nel finale, un canestro da 2 di Giddens porta a +4 i ragazzi in maglia bianca, Archie dall’altro lato tenta un tiro disperato da 8 metri: canestro, fallo, tiro da 4 punti, dalla stessa mattonella in cui segnò Danilovic nel famoso derby Virtus-Fortitudo. Parità.

Pozzecco allora decide di far fallo, addossarsi la responsabilità della partita, a 11’’ dalla fine, anche perché sarebbe stato proibitivo pensare di giocare altri 5 minuti in quelle condizioni, con Portannese fuori per falli e con il resto della squadra a mezzo servizio. Fultz fa 2/2, Archie prende il pallone, si alza fuori dall’arco tira da tre per la vittoria e sbaglia, incredibilmente Laquintana e Soragna sbagliano due tap-in da un metro. Brescia alla fine vince, tra l’entusiasmo e le urla di felicità del PalaSanFilippo, rimasto quasi incredulo per la prestazione dei giocatori avversari, nonostante le tante assenze.

Resta tanto, tantissimo amaro in bocca, perchè i 2 punti sono stati sempre lì, a due passi, e alla fine non sono arrivati. Bisogna pero’ cogliere tutto quel che di buono si è visto: la grinta, la voglia di vincere, l’entusiasmo dei tifosi giunti fino a Brescia per seguire la propria squadra, la compattezza del gruppo. Per il resto c’è tempo, tantissimo tempo. Siamo solo all’inizio, ma si preannuncia una stagione esaltante.