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Sambugaro: “Sognare non nuoce”

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Uno scudetto, una Coppa Italia e una Coppa Korac con l’Olimpia Milano, una promozione in A1 con Montecatini e ultimo ma non ultimo, una storica promozione in A Dilettanti con la maglia di Piacenza. Marco Sambugaro è stato, o meglio è (la mano è sempre quella ve lo possiamo assicurare) uno dei più mortiferi tiratori che si siano visti negli ultimi 15 anni in Italia. Ora è il dirigente della Morpho Piacenza, che è uscita da un momento di crisi vincendo le ultime due partite tenendo più che mai viva la speranza Playoff, obiettivo difficilmente ipotizzabile ad inizio stagione. Ecco ciò che la redazione di BasketItaly ha raccolto della sua intervista.

Marco, che squadra vedi in campo ora?

“Ci stiamo riprendendo da un Gennaio piuttosto travagliato, dove abbiamo avuto un calo fisiologico dovuto alla stanchezza e non solo. Mi riferisco in particolar modo agli infortuni e ad un calendario difficile che ci ha portato spesso a giocare in trasferta tenendoci lontano dal nostro pubblico di casa. Per una matricola che ha bisogno di conquistarsi giorno dopo giorno il proprio tifo, questa è una situazione davvero penalizzante. L’ideale per noi è giocare alle ore 18.15, un orario perfetto per portare gente al PalaBanca e coinvolgerla con le nostre iniziative!”.

Gennaio “freddo” in ogni senso, ma adesso il clima sembra essere cambiato..

“In queste ultime settimane c’è stata una reazione di forza, stiamo uscendo dalle difficoltà dell’inverno grazie alla voglia di lottare che ha sempre contraddistinto questa squadra, anche quando mancava la condizione fisico-atletica. Le varie sconfitte consecutive avrebbero potuto portare tutti nel tunnel della depressione, ed invece la Morpho Basket ha dimostrato di avere un’anima tenace, lo staff tecnico ha saputo rimotivare i ragazzi e loro hanno risposto dando sempre il 110% in palestra. La svolta c’è stata dopo la sconfitta contro Scafati: è stata una giornata storta, il giorno successivo, però, si è azzerato tutto e si è tornati a lavorare per cancellare quella prestazione. Ci siamo riusciti!”

Facciamo una panoramica di quello che hai visto dall’estate fino ad oggi. Che cosa ti ha colpito maggiormente di questa Morpho Basket?

“Non ho dubbi sulla risposta: il gruppo che ogni giorno si allena in palestra, anche durante i giorni di riposo! Vedo uno staff tecnico molto preparato ed affiatato e dei giocatori seri e determinati, nonché ottime persone. Ci sono valori importanti che animano il team, e questa dote è uscita proprio nel periodo più problematico della stagione: se ci fossero state, passatemi il termine, “mele marce”, saremmo affondati sotto i colpi delle polemiche, invece la storia è andata diversamente, a conferma che l’unione del gruppo è la vera forza della squadra”.

E dove, invece, la Morpho Basket deve ancora crescere per affermarsi a tutti gli effetti nel mondo del basket professionistico?

“Dobbiamo fare un ulteriore salto di qualità a livello di organizzazione societaria. Grazie al Presidente Giovanni Rispoli la Società ha compiuto il grande balzo nella Lega professionistica, adesso l’obiettivo è quello di crescere sia qualitativamente sia numericamente, ispirandoci anche alle altre realtà che ormai da anni militano in questo campionato”.

Sarà un finale di stagione incandescente. Da General Manager, quale ricetta individui per poter chiudere nel migliore dei modi l’anno sportivo?

“Continuare come stiamo facendo, cioè a lavorare sodo, senza cercare né scuse né alibi. Come Società e come squadra siamo consapevoli delle nostre debolezze ma anche e soprattutto delle nostre potenzialità, credere prima di tutto in noi stessi può fare la differenza in vista di questi ultimi mesi. Sappiamo come funziona lo sport, spesso la forza mentale sopperisce a certe lacune tecniche, la fiducia negli allenatori e fra i compagni può permettere di superare ogni tipo di difficoltà. Non è solo un modo di dire!”.

Da ex giocatore, quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi della Morpho?

“Il lavoro e l’onestà pagano sempre. In campo bisogna giocare duro, fuori bisogna avere il massimo rispetto di chi compone la squadra e di chi le sta intorno. Il bello della pallacanestro è che, alla fine, il parquet ha sempre ragione. Ciò che ogni persona che lo calca deve fare, è di uscirne ogni volta a testa alta”.

Una battuta sulle avversarie: quale di queste ha catturato maggiormente la tua attenzione?

“Sicuramente Pistoia e il “suo”Dwight Hardy. E’ una guardia molto rapida ed un attaccante di grande talento, capace sia di costruirsi un tiro con estrema facilità sia di giocare pure nel ruolo di play.

Oltre al team toscano, anche Scafati mi ha impressionato, il suo roster è più che competitivo e in casa giocano una pallacanestro di altissima qualità. Penso proprio che queste due realtà, insieme a Reggio Emilia e Brindisi, potranno dare vita ad un’entusiasmante lotta per la promozione.

Infine, una segnalazione la riservo anche a McConnell, play di Jesi,dotato di un intelligenza cestistica fuori dal comune”.

Hai citato Pistoia, prossima rivale dei biancorossi. Che sfida ti aspetti?

“Per noi sarà, come già sottolineato da Fabio Corbani, la sfida chiave della stagione. Dico questo semplicemente per una ragione: è la partita che può dirci chi siamo, che può darci la direzione del nostro cammino. All’andata abbiamo perso di un niente, adesso ci si presenta la chance di prenderci la rivincita, un eventuale successo darebbe un’ulteriore iniezione di positività fondamentale per noi”.

Il campionato si è fermato per dare spazio alla Final Four di Coppa Italia, manifestazione alla quale Piacenza ha dovuto rinunciare proprio in extremis, condannata da un tiro del brindisino Renfroe..

“Uscire dalla competizione dopo aver sfiorato la qualificazione alla Final Four è stato un autentico peccato, però l’Enel ha lottato fino alla fine e si è meritata di prendere parte all’evento e di vincerlo. Per una neopromossa come è la Morpho Basket, andare a Bari sarebbe stata una vetrina di gran lusso, rimane l’amarezza ma anche la consapevolezza di aver disputato con onore ogni partita della competizione. Ci si riproverà il prossimo anno”.

Piacenza ha trovato il giusto equilibrio fra italiani, americani, giovani e giocatori d’esperienza. L’obiettivo dichiarato è la salvezza, dove però può arrivare questo team?

“Io, come il resto della Società, dico sempre: salviamoci, e al resto penseremo a fine Regular Season. Sognare non nuoce mai, l’importante è avere sempre “fame”, sia di vincere che di giocare bene per appassionare il nostro pubblico. Dopo l’ultima giornata di campionato, quando apriremo gli occhi, vedremo in quale posizione saremo messi ed allora penseremo il da farsi. Se avremo centrato i playoff, vorrà dire che questa squadra avrà compiuto un’altra memorabile impresa per la Città!”

 

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