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Rimonta epica: l’Upea soffre, poi ribalta la gara e conquista altri due punti

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Difficile spiegare tramite poche righe quanto visto ieri sera al PalaFantozzi: una partita incredibile, due squadre con tanta voglia di vincere e dare spettacolo, un pubblico che non si vedeva davvero da molti anni, nonostante la diretta tv ed un tempo non dei migliori.

Partiamo dalla fine: l’Orlandina si impone 85 a 82 su una Biancoblu’ mai doma, sempre in partita, a tratti devastante, e che ha giocato un basket lineare e pulito, senza troppe forzature, facendo quasi la partita perfetta. Tutto ciò non è bastato per frenare la rimonta straripante dei padroni di casa, spenti e

irriconoscibili nei primi 10 minuti (al termine dei quali si ritroveranno sotto di 17 lunghezze!) ma con un cuore incredibile nel secondo tempo.

Cos’avrà detto coach Pozzecco ai suoi giocatori per scuoterli? Che schemi avrà ideato negli spogliatoi per ribaltare la partita e spostare l’inerzia a proprio favore? Siamo certi che durante l’intervallo lungo, nel quale i giocatori dell’Upea (sotto di 18 punti) hanno avuto il tempo di schiarirsi le idee e allentare la pressione, Pozzecco ed il suo staff abbiano deciso di modificare l’assetto tattico, passando dal solito starting five delle ultime partite proposto nei primi 20 minuti (Passera-Battle-Mason-Poletti-George), ad un quintetto più basso e dinamico, formato dal trio di esterni Mathis-Passera-Battle, Mason utilizzato da 4 e George come unico vero lungo di ruolo.

Questa è stata la chiave della partita, anche se nessuno schema e nessun quintetto possono giustificare l’orribile partenza dei paladini. Bologna è molto brava e lo ripetiamo, ed il parziale iniziale a suo favore lo ottiene grazie ad una solida difesa 2-3, volta a sfidare i lunghi al tiro dalla media ed i piccoli a penetrare fino in fondo, dove le lunghe leve di Mosley (per lui 11 con 17 rimbalzi) hanno impedito facili appoggi agli esterni biancoazzurri. Tutto il contrario invece l’inizio di Capo d’Orlando: Harris si rivela sanguinoso per la difesa e le sue incursioni non riescono ad essere fermate nemmeno da George, apparso svogliato e poco attento nei primi 20 minuti. Poletti non entra mai in partita, Passera fatica e viene richiamato in panchina (al suo posto Palermo), mentre Mason risulta l’unico buono per riuscire a portare avanti il carro.

Come già detto in precedenza, l’Orlandina uscita dagli spogliatoio dopo il break del primo tempo è tutta un’altra Orlandina. Mason mette a segno altre 3 bombe (chiuderà con 31, 6/8 da tre e 11 rimbalzi), George decide di cominciare a giocare sul serio e Battle, con aria da vero leader, capisce che è ora di andare dentro col turbo come suo solito fare.

Uno degli artefici della rimonta, che spesso passa inosservato per via dei punti realizzati, è Donte Mathis: il play ex Casale dimostra ancora una volta che le statistiche a fine gara forse non sono il suo forte (anche se oggi ha trovato dei canestri in momenti importanti e ha chiuso con 8 punti), e si rivela fondamentale nel terzo quarto, quando l’Orlandina difende molto forte e riesce a recuperare diversi palloni.

La partita è incredibile perché Bologna non molla un colpo e continua ugualmente a tirare con ottime percentuali da fuori (15/34 da tre, 44%):i veri trascinatori dell’ultimo periodo sono due italiani, Cutolo (24 puntI) e Vitali (15 punti), pronti a piazzare le triple non appena Battle, Mason e George riescono a vedere il canestro più largo. L’Orlandina, infatti, alla fine tirerà anche meglio di Bologna (14/31 da tre, 45%) e nel finale thrilling, condito anche da tanti errori da entrambe le parti ai liberi (percentuali di squadra intorno al 50%!), riesce ad avere la meglio pur complicandosi due volte la vita, perdendo palla sull’asse Mason-Mathis, ma vedendo sbagliare Cournooh per il tiro della vittoria.

Capo d’Orlando vince, è la terza di fila in casa, è un segnale d’avvertimento per tutte le altre squadre. Capo d’Orlando c’è.

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