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L’Upea rischia grosso ma alla fine conquista i due punti

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All’Upea quest’anno non piace vincere facile, ma se tutti i finali thrilling dovessero terminare con una vittoria, per i tifosi di Capo d’Orlando andrebbe comunque bene.

Arriva una vittoria di un punto, 78-77, con l’ultimo possesso in mano a Jesi e la scelta, rischiosa, del Poz di non commettere fallo e difendere a poco più di 24” dalla sirena.

Nel finale Goldwire ha palleggiato fino a 6-7 secondi prima di decidere di arrestarsi (e non andare dentro), rifiutare il tiro da fuori e scaricare per Maggioli in angolo. Il tiro di Maggioli, sporcato da Nicevic, è finito nelle mani di Rocca che con un gancio non è riuscito a depositare la palla dentro il canestro, nonostante abbia danzato più volte sul ferro prima del rimbalzo della vittoria di Archie.

La scelta di difendere alla fine si è rivelata giusta. In realtà non c’è un modo giusto o sbagliato per gestire i finali, molti allenatori forse preferiscono far fallo ed avere l’ultimo possesso quando si gioca in casa. Pozzecco oggi forse ha sbagliato qualche scelta, lo sa bene anche lui che ha ancora tanto da imparare, ma alla fine ciò che importa è aver conquistato i due punti, e la sua gioia incontenibile a fine partita dimostra quanta tensione abbia avuto, lui più di tutti, durante questo finale non adatto ai deboli di cuore.

Ha avuto ragione lui perchè oggi è andata così, il tiro di Rocca è stato sputato dal ferro. E se qualcuno degli spettatori presenti è rimasto a bocca aperta (il sottoscritto il primo della lista) quando ha visto Basile difendere su Goldwire (e non commettere fallo) e volesse chiedergli il perchè della scelta, lui magari potrebbe riuscire a convincervi di aver fatto la cosa giusta, se davvero ha già finito di leggere il libro che ho trovato nel cofano della sua Citroen C1, il giorno della partenza per il ritiro pre-stagione, mentre stavo per posare la sua Xbox: “L’arte di ottenere ragione”, Schopenhauer. Chissà se era suo o se lo ha mai letto, bisognerebbe chiederglielo. Anche se al Poz, l’uomo più umile dell’universo, non interesserà aver ragione; a lui (come a tutti d’altronde) interessa aver vinto ed aver aggiunto un altro mattoncino per qualificarsi alle Final Six di Coppa, oggi sempre più vicine, Imola (domenica prossima) permettendo.

Le menzioni particolari per questa partita vanno a Goldwire, talento offensivo immenso, che ha guidato la rimonta di Jesi dal -17 al +1 ad un minuto circa dalla fine, anche se non è riuscito insieme ai suoi ad invertire il trend negativo che la vede perdere in trasferta da 7 partite (l’unica vittoria esterna del 2013 su 14 partite per la Fileni risale al 28 Marzo, a Veroli); e poi a Ciribeni, l’under dell’Upea, che oggi ha messo in atto ciò che aveva dichiarato nell’ultima conferenza stampa di Venerdì: il duro lavoro paga sempre, Ciribeni ha avuto la sua occasione e l’ha sfruttata alla grande, con 5 punti e tante giocate importanti.

Per finire, Jesi si è resa pericolosa con le sue 3 principali bocche da fuoco: Goldwire appunto, e i 36enni lunghi Maggioli e Rocca. L’Upea ha avuto tanto da Basile, 17 punti con 5/12 da tre, fondamentale nei minuti finali, e da Archie, tornato ai suoi standard dopo la prestazione sottotono nel derby.

La squadra di Piero Coen torna a casa senza punti dopo una bella prova d’orgoglio, l’Upea dovrà invece concentrarsi per chiudere al meglio il girone d’andata nella trasferta di Imola, dove con una vittoria e qualche risultato a favore potrebbe conquistare la qualificazione per le finali di Coppa.