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Crack Siena, si chiude l’inchiesta: 14 gli indagati del sistema criminale guidato da Minucci

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Minucci

Sta per volgere al termine la lunga inchiesta sul rovinoso fallimento della Montepaschi Siena. Le indagini, racchiuse nel faldone denominato “Time Out” e condotte dal pm Antonino Nastasi, stanno per concludersi nei confronti di 14 persone per un totale di 33 capi di imputazione, che riguardano i reati di associazione a delinquere, riciclaggio, ricettazione e reati tributari di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e falsa fatturazione. A darne notizia Christian Lamorte per l’Agenzia Impress, che stila l’elenco definitivo degli indagati, che come confermato sono l’ex dg e presidente mensanino Ferdinando Minucci, sua moglie Rosanna Mereu e la figlia Federica Minucci (in qualità di socia di Best Solutions), e gran parte del vecchio organigramma mensanino, ovvero l’ex segretaria generale della società Olga Finetti, l’ex direttore sportivo Jacopo Menghetti, l’ex amministratore delegato Luca Anselmi, l’ex presidente Cesare Lazzeroni e la ex vice presidente Paola Serpi. Oltre a loro il titolare della Essedue Promotion Stefano Sammarini e il suo socio Nicola Lombardini (finiti nel mirino dei magistrati nell’ambito della cessione del marchio Mens Sana per circa 8 milioni di euro, finanziato con un credito abusivo a Mps nel 2012), Alessandro Terenzi e Pierluigi Zagni (rispettivamente commercialista e rappresentante legale agenzia Best Solutions) Alberto Galluzzi (rappresentante legale della Columbus Value) e infine Stefano Bisi, vice direttore del Corriere di Siena e Gran Maestro dell’ordine della massoneria del Grande Oriente d’Italia, cui è contestato il reato di ricettazione (si parla di circa 5000 euro mensili corrisposti). Dall’elenco sono usciti altri soggetti le cui contestazione sono finite in prescrizione, tra cui alcuni giocatori e l’ex coach Simone Pianigiani, recentemente deferito dalla Fip per evasione fiscale. Parte degli incartamenti sono già in mano della Procura Federale, che come annunciato a Dicembre, valuterà se la gravità delle accuse avrà valenza in ambito sportivo: nel peggiore dei casi potrebbe profilarsi la clamorosa revoca degli scudetti.

 

 

La piramide criminale composta dai nomi sopra elencati, di cui Minucci e Sammarini sono riconosciuti come capi e promotori, è riuscita infatti riuscita dal 2007 a distrarre grandissime quantità di denaro (circa 50 milioni la cifra totale calcolata) per far trarre profitto personale ai vari soggetti in gioco, grazie a un complesso ed efficiente meccanismo di false fatturazioni e falsificazioni di bilanci che permettevano inoltre i pagamenti in nero dei giocatori; un sistema, sempre sottolineato da Lamorte, artatamente coperto per eludere le investigazioni e perquisizioni e per indurre in errore i soci e la società al momento della presentazione dei bilanci (secondo la storica suddivisione della partecipazione delle quote, l‘87% era controllato dalla Polisportiva Mens Sana). La condotta di Minucci e dei suoi sodali ha portato infine all’irreversibile dissesto economico della società e all’erosione del capitale sociale, tanto che la società risultava insolvente dal 2010 e senza i presupposti di legge per continuare l’attività aziendale dal 2011 al 2014, anno del crack in cui la perdita complessiva si attestava sui 4,5 milioni di euro. Al momento sono 13 i milioni di euro complessivi sequestrati dal 2014 ad oggi, e 33 quelli che il curatore fallimentare ha richiesto come danni, a nome della Montepaschi Siena (giudicata parte offesa) a 11 degli imputati: cifre che purtroppo non risarciranno Siena del grande basket e di un’eccellenza tecnica, strutturale e sportiva costruita col tempo e divorata invece dall’avidità di pochi.

 

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