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Brescia contro Trieste: caos calmo

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Non sarà una partita come le altre, quella in programma al S.Filippo alle ore 18.00 di domenica prossima.
Brescia e Trieste si affronteranno con ancora le scorie delle sconfitte rimediate giovedì ed entrambe le realtà stanno vivendo giorni di grande concitazione, confusione e di balbettante decisionismo.

Sarà una partita che verrà essenzialmente decisa dai nervi, dall’approccio dei giocatori in campo dopo questi giorni convulsi.Con questi elementi, dissertare la futura sfida seguendo i dettami tecnico tattici, sviscerarando  numeri e statistiche per creare dei presupposti alla partita che sarà, appare quasi esercizio sterile.

In Lombardia, l’irreale sconfitta di Jesi, con la squadra di casa costretta a giocare senza Goldwire e Rocca  con Maggioli fuori per falli al supplementare, ha partorito una situazione ancor più surreale,come un film di Buinel.Martellossi esonerato subito dopo la sirena.Si, sicuramente,  ni,forse,probabilmente..alla fine, una sollevazione della piazza ha costretto la società a retrocedere di un pò, confermando il bravo tecnico friulano sulla panchina contro Trieste.Con quale spirito si  siederà non è facile immaginare, ma presumibilmente la squadra vorrà dimostrare il proprio attaccamento al coac(semmai questo sia reale) cercando di sfoderare una prestazione tale da convincere i più dubbiosi sulla bontà della non scelta dei quadri societari bresciani.

Questa finta, questa specie di sciarada, resta un sintomo preoccupante però, sulla delusione per come si sta sviluppando questa stagione in casa bresciana. Certo, quest’estate son partiti dei pezzi da novanta, primo fra tutti,Brkic, si proveniva da una stagione ben sopra le aspettative,con la promozione sfiorata, grazie al comunitario ed ai due stranieri azzeccatissimi. Ma si sa che l’appetito vien mangiando, ed accanto al confermatissimo Giddens, gli arrivi eccellenti di Di Bella,Fultz, Slay, tutti tipetti da serie A, probabilmente potevano  far presagire  ad un campionato dall’andamento meno balbettante.Invece, a quasi due terzi di torneo, Brescia si trova a 20 punti, nel bel mezzo della classifica, al nono posto in coabitazione con un’altra presunta grande, Napoli. Dissertare sui motivi di questa mezza debacle non sembra facile, sta di fatto che l’ambiente societario,con tempismo e modi del tutto discutibili, ha manifestato che suo stato di insofferenza con l’esonero rientrato dell’allenatore. E la partita contro Trieste giunge in un momento di non ritorno,con sul groppone 4 stop nelle ultime 5 uscite.Vincere rasserenerebbe un pò gli animi,perdere potrebbe far cadere l’ambiente in una spirale negativa, dalle conseguenze ad oggi imprevedibili.

Se Brescia non ride, Trieste ha più ragione di piangere, soprattutto in virtù di una classifica traballante, resa ancor più pericolosa proprio dalla partita persa a Jesi dai suoi prossimi avversari.

In piena lotta salvezza assieme a Forlì e appunto Jesi, la società biancorossa si troverà tra pochi giorni di fronte alla decisione irrevocabile su che straniero tagliare. Per ragioni tattiche escluderemmo da questa eventualita’ il buon Harris, quindi ad aspettare il giorno del giudizio con una certa apprensione restano Hoover e Wood. Prima dell’infausta trasferta biellese, le quotazioni di Wood sembravano in ascesa rispetto a quelle della stagionata guardia passaportata, ma la prestazione di giovedì dell’ex Firenze ha avuto ben poche note confortanti, anche se Dalmasson ha elogiato il suo impegno  in difesa a guardia di Voskuil.Queste parole, all’indomani di una prestazione abbastanza deludente, potrebbero significare  una benedizione da parte dell’allenatore, benedizione che la società non potrebbe poi ignorare, non potendo far altro che confermare l’oggetto ancora misterioso proveniente dalla Adecco Silver. Su Hoover, incece, si conosce tutto,pregi e difetti: si ha avuto modo di ammirare il suo tiro moritifero, la sua freddezza ai liberi, la sua esperienza in certe fasi del gioco, come si è preso atto della sua scarsa freschezza atletica, delle sue difficoltà difensive e della sua tendenza ai lamenti,alle proteste con gli arbitri,alla sua insofferenza in generale.

Ma non c’e’ solo l’incertezza sugli stranieri a tenere banco; a Biella è esploso in tutto il suo clamore, il problema arbitrale, con differenze così abissali da non poter credere che esse siano frutto solamente delle caratteristiche intrinseche al gioco dei Triestini. 35 liberi subiti contro gli 8 tirati, 32 falli commessi contro 20 sanzionati agli avversari (tenendo conto che nel quarto finale probabilmente gli arbitri hanno cercato di livellare almeno un pò questo dato  anomalo), non sono certo numeri da squadra che ha goduto di particolare riguardo  e se la società, almeno ufficialmente, ha  ignorato questo fattore( a Verona invece Dalmasson si lamentò, eccome), dall’esterno sembra che la realtà triestina non goda di chissà quale prestigio nell’ambiente arbitrale.Impressioni,sia chiaro, ma elemento che non andrebbe sottovalutato da chi di dovere.

Da questo contesto di frenesia, ripensamenti, dibattiti,riflessioni, la partita potrebbe nascere in un clima particolare, dove molti hanno da perdere  e pochi da guadagnare.

Se tecnicamente la superiorità lombarda non sembra in discussione, ancora più determinantepotrebbe essere  lo spirito con il  quale i venti attori scenderanno sul parquet. In un flim dove necessariamente qualcuno uscirà perdente.