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Bernardi esonerato: la scelta più logica. Chi arriverà al suo posto?

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Tutto com’era ampiamente previsto. Massimo Bernardi paga dazio per la sconfitta di ieri sera contro Trieste e viene esonerato dalla guida dell’Orlandina Basket.

Scelta giusta? E’ giusto sollevare l’allenatore dal suo incarico in questo momento delicato? Ad oggi sembra l’unica via d’uscita possibile per venir fuori dal tunnel.

Bernardi è arrivato in estate con tanta voglia di fare e con buoni propositi, convinto di poter ben figurare in una piazza calda e pronta per tornare ad alti livelli dopo anni di purgatorio. Non bisogna dimenticare, però, che gli è stato affidato il timone per guidare una squadra di DNA. La sorte e la perseveranza della dirigenza, per fortuna o sfortuna di Bernardi, lo hanno catapultato in Legadue. Un’avventura intrigante, sia per il coach che per la società, che comunque ha continuato a puntare su di lui senza esitare un attimo.

Sin da subito ha cercato di fare gruppo durante gli allenamenti, destando buone impressioni soprattutto per le sue doti morali e carismatiche. Tutto ciò però non è bastato, perché nonostante l’Orlandina abbia disputato un ottimo precampionato, pur perdendo le due partite di Coppa con Barcellona (ma uscendo ugualmente tra gli applausi del pubblico), il bilancio di questo inizio vede l’Upea ancora con lo 0 in casella e con 6 sconfitte, tre delle quali maturate al PalaFantozzi, da sempre campo difficilissimo da violare anche in Serie A e diventato invece preda degli avversari in tutte le gare sin qui disputate.

Definito“Gentiluomo d’altri tempi” e ringraziato, comunque, dal ds Giuseppe Sindoni, Bernardi purtroppo non è riuscito a dare un’identità alla squadra anche se la fortuna non è mai stata dalla sua parte. Gli infortuni di Portannese e Passera hanno inciso fortemente sull’inizio e si è quindi trovato ai nastri di partenza privo del suo faro in attacco e di un uomo in più nelle sue rotazioni. Rullo e Mathis, tempestivamente pescati dalla società, sono stati presi per colmare i buchi, ma i risultati in campo non sono mutati.

Nelle prime giornate, ciò che di buono si era visto dagli americani è scomparso in fretta; l’onesto contributo del resto della squadra non poteva in alcun modo portare i due punti in classifica. Problemi con l’allenatore? Probabile. Magari è stato sbagliato l’approccio con i due giovani USA, senza regole e a briglia sciolta in alcune gare. Non è facile responsabilizzare e affidare le sorti della tua squadra a due ragazzi poco più che ventenni. E’ più giusto farli sentire sin da subito delle star o mantenerli coi piedi per terra già dal primo giorno di allenamenti? L’apporto dei due oltreoceano, così come in tutte le squadre, è fondamentale. Inutile girarci intorno e trovare alibi.

Young è stato più volte criticato dal coach, specie dopo la trasferta di Casale, per essere stato troppo presuntuoso e per aver giocato per conto suo. Come dare torto al tecnico romagnolo, Young a tratti è stato indisponente e l’atteggiamento visto nella seconda casalinga contro Veroli è stato la prova lampante di come fosse entrato in campo svogliato. Però Alex ieri sera ha fornito una prestazione sopra le righe, assistito da un Battle più generoso e combattivo.

La colpa allora a chi bisogna darla? A Young, a Bernardi, a Battle, alla panchina? Di certo se parti con 0-6 i cambiamenti bisogna farli e, considerando l’indubbio talento e le potenzialità che la squadra ha, la fine del rapporto tra Bernardi e la società a questo punto del campionato è fisiologica.

Bernardi, purtroppo, è passato dall’essere apprezzato per le sue qualità umane ad essere considerato un allenatore forse non all’altezza della categoria.

Non c’è più tempo per temporeggiare, è ora di dare un taglio netto (in tutti i sensi) e voltare pagina. Certo, sarebbe stato più utile e meno spiacevole cambiare rotta già da ieri con una vittoria su Trieste.

Ma per capire se il problema della macchina è il motore, oppure il pilota, bisogna pur prendere delle decisioni. Giuste o sbagliate che siano.

Si fanno vari i nomi per il possibile sostituto, anche se la società non lascia trapelare nulla.

Dando un’occhiata agli allenatori attualmente a spasso, ci sono Cesare Pancotto, esperto allenatore ex Udine e Barcellona, il quale però difficilmente verrebbe a Capo d’Orlando per risollevare le sorti di una squadra attualmente a 0 punti; Luca Bechi, lo scorso anno finalista nel campionato ucraino, il quale però aspetta da tempo che si liberi qualche posto ai piani superiori; Demis Cavina, fermo da più di un anno dopo l’avventura a Veroli con la quale ha vinto la Coppa Italia. Si fa anche il nome di Gianmarco Pozzecco: sì, proprio lui, l’ex playmaker orlandino, che ovviamente sarebbe alla sua prima esperienza da allenatore. Un po’ troppo rischioso, forse,  per cominciare la propria carriera… Staremo a vedere.