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Home A2 A2 - Girone Rosso Basile: “Dopo Milano ho pensato al ritiro, poi la chiamata del Poz. Qui è un posto ideale, resterò anche l’anno prossimo”

Basile: “Dopo Milano ho pensato al ritiro, poi la chiamata del Poz. Qui è un posto ideale, resterò anche l’anno prossimo”

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Basile-Orlandina

Gianluca Basile è stato sicuramente uno dei protagonisti della straordinaria stagione dell’Upea Capo d’Orlando. Con i suoi 8 punti di media, 3 assist e quella mano ancora mortifera da tre punti ha saputo mettere a tacere tutte quelle voci che lo volevano finito dopo la parentesi all’Olimpia Milano (sulla quale non mancherà una vena polemica). Intervistato da ‘Messina Sport’ il Baso fa il suo bilancio sulla

stagione e sul futuro:“Sin dalla preparazione precampionato ero convinto della nostra forza e delle potenzialità a nostra disposizione eppure non conoscevo nessuno del gruppo di lavoro. Si puntava forte sui tre senatori ma tutti i ragazzi hanno fatto grandi cose. I due Usa Archie e Mays si sono dimostrati superlativi, bravi gli italiani come Laquintana, Benevelli e Valenti, rinforzo di fine anno. L’apporto di tutti va sottolineato”.

 

“Spostarsi non era facile per la mia famiglia, considerato che due anni prima avevamo fatto lo stesso percorso dalla Spagna sino a Cantù. Pensavamo di stare a lungo lì poi le dinamiche sono mutate e ci siamo ritrasferiti. Ho trovato in Capo d’Orlando un posto ridente, dove si vive bene ed è perfetto per chi è a fine carriera. Poi io ho poche pretese, cerco una città piccola e del Sud come le mie origini, qui la gente è calorosa e ti aiuta. Tutta una serie di cose che mi hanno fatto stare bene. Le mie figlie si sono sentite parte integrante della comunità”.

Gianluca Basile

Il pensiero del ritiro dopo la parentesi Milanese:“Non mi nascondo, ho pensato al ritiro dopo aver vissuto lo scorso anno il peggior anno della mia carriera a Milano. Sono stato trattato male, con poca considerazione sul mio utilizzo e pensare di smettere era una logica conseguenza. Poi è arrivata la chiamata di Pozzecco per ripartire dalla A2. Mi ha sorpreso per come ha plasmato il gruppo e tenuto sulle spine tutti, anche chi giocava meno. Ha fatto certamente bene e se adesso è approdato in A a Varese un motivo ci sarà”.

Un inizio un po’ difficile poi la svolta con quei sette successi di fila:“All’inizio ho saltato tre gare per infortunio e la squadra faticava (0-3 il cammino, ndc) perché ancora senza americani. Poi è arrivata la prima svolta coincisa con sette vittorie di fila, il gruppo ha espresso massima forza e qualità. C’è stato qualche comprensibile calo alla fine ma siamo ripartiti al meglio nei playoff anche perché l’appuntamento era di prestigio, il derby con Barcellona. Posso dire di essermi emozionato nonostante in carriera ne abbia vissute tante, c’era grande rivalità. In semifinale con Verona poi sono mancato in gara 4 ed il Poz è stato espulso, lì i ragazzi hanno compiuto un’impresa dal punto di vista mentale, chiudendo la serie sul 3-1. In finale siamo arrivati senza armi ed è normale cha siamo usciti sconfitti. Io non sono guarito dallo stiramento, Soragna aveva un buco al polpaccio, eravamo azzoppati, non potevamo fare di più. Credo però che si sia rivisto al PalaFantozzi l’entusiasmo del 2007, quando c’era Pozzecco e la serie A, il miglior regalo alla comunità biancoazzurra”.

Sul futuro: “Rimango a Capo d’Orlando per un’altra stagione, questo è sicuro anche se come tutti non so in quale categoria giocherò. La società è al lavoro per costruire la nuova squadra, punto a ritagliarmi il mio spazio e fare bene, magari ritornando in A, sarebbe il massimo”.