fbpx
Home A2 A2 - Girone Rosso A2 Playoff – Agrigento a un passo dalla promozione: Torino demolita in gara-3

A2 Playoff – Agrigento a un passo dalla promozione: Torino demolita in gara-3

0

pendarvis williams, AGRIGENTO

Adesso la serie di finale ha un padrone: chiaro, inequivocabile, splendente. E non è Torino. Agrigento ha preso il volo, si è messa a generare energia pulita come le pale eoliche del suo padrone e sponsor, Moncada, azienda leader proprio nel settore delle energie rinnovabili. Un’energia alimentata dalle grandi giocate e dall’eccellente difesa di gara-2, che ha portato i siciliani a partire di nuovo col piede sull’acceleratore anche in gara-3. Una partita che, non fosse stato per qualche eccesso di entusiasmo nei primi due quarti, e per la ragnatela della zona nel terzo periodo, sarebbe potuta finire con largo anticipo: almeno fino a 1’11” dalla terza sirena, quando si era ancora sul 47-42, il punteggio non ha rispecchiato per nulla un livello di gioco antitetico tra le due formazioni. Agrigento bella, leggera, veloce e ispirata; Torino farraginosa, pesante, scoordinata. Ci ha pensato Williams, autore di un’altra gara chirurgica in attacco (14 con 6/10 al tiro) e ineccepibile in difesa, ad aprire il solco decisivo con una tripla spezzagambe, quella del 50-42. Da lì in avanti, non c’è stata più storia, e il risultato non è diventato umiliante solo perché, quasi ai titoli di coda, un disastroso Miller ha rimesso a posto le sue cifre con forzature dall’arco, situazione in cui ha trovato quattro canestri quando ormai era praticamente inutile segnarli. La Moncada ha toccato anche il +17 sul 65-48, prima del naturale rilassamento e della chiusura sul 76-65.

IL PICCOLO GRANDE UOMO DETTA LEGGE – Se in casa Agrigento i protagonisti assoluti cambiano di gara in gara, c’è un filo conduttore in tutti questi straordinari playoff biancoazzurri: Alessandro Piazza. Oggi il confronto con Giachetti è stato umiliante per il più blasonato rivale: se offensivamente il play torinese ha trovato qualche conclusione accettabile (niente di che, ma almeno i suoi 13 punti, pur con 5/13 dal campo, li ha messi), dietro Piazza è diventato molto spesso un oggetto misterioso e imprendibile. L’eccessiva libertà di cui ha goduto nelle incursioni in palleggio lo hanno portato a molte conclusioni-killer in sospensione dentro l’area, servite per i primi allunghi targati Agrigento. Nel corso della gara, è stata tanta la frustrazione di vederselo passare da ogni parte, osare passaggi filtranti per i lunghi sottocanestro (7 assist, uno più bello dell’altro, compresi alcuni no-look, per i vari Dudzinski, Chiarastella, De Laurentiis) che a turno Bruttini, Mancinelli e Rosselli hanno provato a fermarlo con modi piuttosto rudi: amplificati negli effetti, a dirla tutta, dalla taglia mignon del play scuola Fortitudo. Alla fine, complice il 6/6 a cronometro fermo, Piazza è arrivato a 19 punti, miglior marcatore della serata. Attorno all’uomo d’ordine e governo, con l’eccezione di un Dudzinski subito limitato dai falli e tenuto a 4 punti, e di un Evangelisti uscito dal match abbastanza in fretta, ha girato tutto alla perfezione: sugli esterni, non c’è stata storia tra le due squadre, con Lewis (2 punti con 1/10 dal campo) e Miller (17, 12 segnature a gara compromessa) a combinare errori in serie in attacco e a perdersi regolarmente il proprio uomo in difesa. A livello dei lunghi, nonostante un andamento dei falli simile a quello di gara-2, con pure De Laurentiis a toccare quota tre già nelle prime fasi del secondo quarto, Agrigento non ha sofferto minimamente: l’unico di quelli torinesi a dare qualche segnale di vita è stato Mancinelli, intristitosi con l’andare dei minuti e fermatosi questa sera a 12 punti, suo minimo eguagliato in questi playoff, e ogni tanto Bruttini (6 punti con 3/5 al tiro). L’ex Casale ha almeno retto, a sprazzi, la rapidità dei suoi dirimpettai, pur caricandosi di falli con largo anticipo. Fantoni ha bucato un’altra volta, fermandosi a 4 punti, frutto esclusivamente di viaggi in lunetta (0/4 dal campo). La Moncada ha vinto la lotta a rimbalzo 38-32, valore anche questo piuttosto falso, perchè il gap si è ridotto negli ultimi minuti quando i panchinari torinesi (Viglianis, Gergati, Pichi) hanno dato una – tardiva – scossa assieme al redivivo Miller.

TORINO, ZONA E POCO ALTRO – La Manital, ulteriormente imbruttita rispetto al confronto di martedì, è rimasta attaccata al match più per sbavature da eccessivo entusiasmo di Agrigento – qualche contropiede affrettato, appoggi usciti di un soffio – che per meriti propri. L’unico, quello sì, è stato nell’applicazione della zona, l’arma dei poveri, utilizzata da Bechi con continuità quando ha capito che, poteva insistere quanto voleva nel mischiare i quintetti, abbassarli o alzarli, forzare certi accoppiamenti o meno, ma non avrebbe mai trovato risposte positive dai confronti individuali. Così, quando Agrigento ha rallentato il passo una volta toccato il +10 a 4’12” dall’intervallo lungo (34-24), e ha dovuto analizzare bene il nuovo assetto difensivo gialloblu prima di attaccarlo con efficacia, Torino è rientrata da brava formichina. Qualche fiammata nel traffico di Giachetti, la solidità in post basso di Mancinelli, e sul 41-38 la PMS si è ritrovata in mano la palla del pareggio. Spedito maldestramente sul ferro il tentativo da oltre i 6.75 di Mancinelli, la partita ha ripreso la strada fin lì tenuta, e i punti facili del duo Chiarastella-Dudzinski hanno spinto di nuovo al largo i ragazzi di Ciani. I quali hanno suggellato la supremazia con il primo momento davvero positivo da 3 (dato totale 7/21, 33%) a inizio ultimo periodo, quando Saccaggi (movenze e morso da serpente, 12 punti) e Williams hanno inferto i colpi fatali al toro ormai “matato”.

PROSPETTIVE – Le facce sconsolate, rassegnate dei giocatori torinesi, spenti ed esausti, più dal punto di vista nervoso che fisico, nell’ultimo quarto, sanno di resa anticipata. La Manital ha giocato male, e concluso peggio: nei primi due quarti, quando è riuscita a correre spesso in contropiede, si è stampata innumerevoli volte sul ferro anche in situazioni oggettivamente prive di insidie: il fatto che nemmeno Mancinelli, solitamente l’ultimo ad arrendersi, si sia dimostrato solido e rassicurante per gli spaesati compagni, dice molto del caos regnante nell’”accampamento” PMS. Per quello che si è visto stasera, con tutto il roster in fase calante e solo un po’ di buona volontà a tenere assieme la squadra, si va verso l’epilogo, e un nuovo fallimento per l’ambiziosa società messa in piedi del 2009 per riportare in fretta Torino nella massima serie. La qualità del gioco, poverissima, ha il suo dato più inquietante nell’incapacità di costruire tiri che non siano mezzi ganci e appoggi da sotto il tabellone: la Manital ha segnato 36 punti in area e 10 ai liberi, ed escludendo le quattro bombe negli ultimi minuti di Miller, che non fanno testo, restano 7 punti. Una miseria. Agrigento veleggia invece verso una delle promozioni più elettrizzanti e favolistiche della storia italiana di questo sport: solo la paura di vincere potrebbe fermarla in gara-4 e riaprire i giochi. Altrimenti, questa squadra entrerà, senza timore di esagerare, nella leggenda delle serie minori. Se accadrà, avrà dato una grande lezione di sport, e non solo a quello di propria competenza.

BasketItaly.it MVP: Alessandro Piazza, e non c’era neanche bisogno di scriverlo, lo si era già capito. Se c’è un giocatore simbolo di Agrigento, e lo abbiamo detto molte volte quest’anno, è lui. Una carriera probabilmente sottotraccia, finora, rispetto alle doti di passatore e realizzatore messe in mostra in questa stagione. Giova ricordare che non ha un cambio naturale in cabina di regia, e rifiata pochissimo durante i match. Anche oggi, oltre a punti e assist di cui abbiamo detto, si è prodotto in altre cose molo utili: quelle in difesa, al di là di un recupero, non entrano nelle cifre. Per sapere quanto abbiano inciso, bisognava guardare le facce esasperate degli omoni in blu quando se lo trovavano di fronte. Completano il quadro 4 rimbalzi, frutto dell’acutezza nel capire in un istante, sui rimbalzi lunghi, dove sarebbe andato a finire il pallone. Finora, Piazza è stato indiscutibilmente l’uomo della serie e l’MVP dei playoff di A2.

MONCADA AGRIGENTO – MANITAL TORINO 76-65 (20-16; 36-30: 53-43)

Moncada Agrigento: Evangelisti 5, Williams 14, Chiarastella 12, Piazza 19, Dudzinski 4, Vai, De Laurentiis 8, Saccaggi 12, Udom, Portannese 2: all. Ciani Franco

Manital Torino: Giachetti 13, Mancinelli 12, Lewis 2, Bruttini 6, Rosselli 6, Fantoni 4, Viglianisi, Vangelov ne, Gergati 5, Pichi, Miller 17: all. Bechi Luca

© BasketItaly.it – Riproduzione riservata