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Meo Sacchetti: «Contro Sassari non può essere una partita come le altre, per me non lo sarà mai».

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romeo meo sacchetti, 2016-12-02

Per lui Brindisi-Sassari non è una partita come le altre. Meo Sacchetti riaffronta il suo passato, domenica dalla panchina dell‘Enel Brindisi, affronterà per la prima volta da avversario la Dinamo Banco di Sardegna. Ecco la sua intervista integrale per l’edizione odierna de La Nuova Sardegna.

Sei stagioni e qualche mese a Sassari: una promozione dalla A2, due coppe Italia, una Supercoppa, lo scudetto. Da dove iniziamo?
«Dal fatto che non sarà una gara qualsiasi. La mia storia recente è tutta legata alla Dinamo, sia come allenatore che come persona. Incontrerò persone alle quali sono legatissimo, da Jack Devecchi a mio figlio Brian, a tanti dello staff con cui ho lavorato».
Togliamoci subito il dente: quando incontrerà il presidente Sardara lo saluterà?
«Certo che lo saluterò, ci mancherebbe. Per me è acqua passata, sono stato esonerato ormai oltre un anno fa, ci ho messo una pietra sopra. Anzi, francamente credo che la gente si sia anche stufata di sentire certe cose. Parliamo di basket che è meglio»
Non ancora, andiamo per tappe: il mese scorso un bagno di folla a Sassari per la presentazione del suo libro. Ora la prima sfida da ex, mentre ad aprile ci sarà il suo ritorno al palazzetto.
«Quella che affronterò domenica è la Dinamo e questo è sufficiente».
Da quanto tempo non affrontava Brian da avversario?
«Da tanto, dai tempi in cui lui giocava a Ferrara, una vita fa. Di certo io e lui non ci siamo mai sfidati nella massima serie, questa sarà la prima volta in assoluto».
Sua moglie Olimpia farà il tifo per lei e per Brindisi, oppure per Brian e la Dinamo?
«Lei deve fare solo il tifo per me. Lo sanno tutti che se un giocatore perde non rischia nulla, mentre noi allenatori rischiamo il posto ogni domenica…».
Parliamo di basket: come arrivate a questo confronto?
«Abbiamo qualche acciacco, stiamo ancora valutando la condizione di alcuni giocatori, (nel frattempo l’Enel ha perso Kris Joseph per la frattura a una mano, ndr.). Abbiamo avuto alti e bassi: ci sono state partite che si potevano vincere e abbiamo lasciato per strada, e abbiamo vinto qualche gara che era quasi persa. Siamo una squadra giovane, sappiamo che ci vuole tempo, ma siamo una buona squadra».
Dopo 6 ko di fila la Dinamo ha chiuso il periodo nero vincendo a Belgrado. Questo successo cambia qualcosa in vista di domenica?
«Non lo so, bisogna chiederlo a loro. Loro sono molto forti, hanno una consistenza di squadra superiore alla nostra, sono tra i migliori del campionato. Ma nel basket a volte i valori si ribaltano»
C’è un giocatore del Banco che vorrebbe con sé?
«Mi piace molto Savanovic, anche se non è più un ragazzino conosce bene il basket e a volte è un libro aperto».
Come affronterete la squadra di Pasquini?
«Cercando di spingere il più possibile per costruire tiri facili in campo aperto. Ultimamente abbiamo trovato anche grande consistenza vicino a canestro con Carter. Sarà dura, ma dobbiamo vincere»